Tumori ginecologici: il burnout colpisce 4 operatori sanitari su 10

31 ottobre 2025 – I tumori ginecologici impattano fortemente non solo sulla vita delle pazienti ma anche su quella degli operatori sanitari.
Difficoltà psicoemotiva e burnout colpiscono quattro professionisti su dieci che si devono occupare di queste neoplasie. Sono delle malattie che richiedono un impegno significativo e continuo sul piano sia clinico che psicologico. Per prevenire e contrastare, tra i professionisti sintomi di esaurimento emotivo o di depersonalizzazione, Fondazione AIOM (Associazione Italiana di Oncologia Medica) ha lanciato il primo progetto nazionale di educazione. Nelle scorse settimane sono state organizzate cinque lezioni online di formazione e sensibilizzazione rivolte ai clinici.
Gli incontri hanno avuto l’obiettivo di riconoscere le diverse forme di disagio psicologico, fornire conoscenze della sindrome del burnout e proporre strategie per fronteggiare le problematiche. L’iniziativa Tumori Ginecologici e Burnout negli Operatori Sanitari è stata realizzata grazie al contributo non condizionante di Abbvie e viene presentata oggi in una conferenza stampa on line.
“Tra le varie sfide che l’oncologia moderna deve affrontare vi è anche la tutela della salute psico-fisica di tutti coloro che assistono i pazienti – sottolinea Saverio Cinieri, Presidente di Fondazione AIOM -. Le neoplasie ginecologiche rappresentano un esempio emblematico di quanto sia difficile per un clinico trattare certe gravi malattie. Spesso le diagnosi sono tardive e quindi anche le possibilità di successo delle terapie si riducono notevolmente. Ciò è particolarmente valido nel carcinoma ovarico che colpisce nell’oltre 90% dei casi donne over 40. Vi è poi un’alta mortalità che si riscontra ancora tra le pazienti e che porta costantemente gli operatori ad interfacciarsi con fonti di stress emotivo. Con le nostre lezioni on line abbiamo voluto dare a tutti i professionisti uno strumento concreto d’aiuto”.
“Tra le maggiori difficoltà riscontrate vi è la costante necessità di dover comunicare notizie infauste a pazienti e caregiver – prosegue Gabriella Pravettoni, Direttrice della Divisione di Psiconcologia dell’Istituto Europeo di Oncologia e Professoressa di Psicologia delle Decisioni all’Università di Milano -. L’esposizione continua alla sofferenza può determinare un esaurimento emotivo che è una delle componenti chiave del burnout. Lo stress determina inoltre conseguenze negative a molti medici. Tra le più frequenti vi sono l’abuso di alcol o la tendenza ad altri comportamenti non salutari, l’aumento di sintomi ansiosi e depressivi e più in generale una peggiore qualità di vita. Se non viene affrontato correttamente, e da professionisti preparati in modo adeguato, il burnout può influire negativamente anche sulle scelte terapeutiche dei clinici”.
“Nel complesso le neoplasie ginecologiche fanno registrare nel nostro Paese ogni anno oltre 11mila nuovi casi – aggiunge Domenica Lorusso, Professore Ordinario di Ostetricia e Ginecologia alla Humanitas University e Direttore del Programma di Ginecologia Oncologica Humanitas San Pio X di Milano -. Nel tumore ovarico i tassi di sopravvivenza sono al momento inferiori rispetto a quelli registrati in altri carcinomi femminili. Esistono alcuni fattori di rischio conclamati come la nulliparità, l’infertilità, l’obesità o altre neoplasie come quella mammaria. E’ stato anche dimostrato un maggiore rischio di malattia in donne HIV positive o colpite da lupus eritematoso sistemico. Negli ultimi anni sono state messe a punto terapie con meccanismi d’azione molto innovativi. Si tratta di una patologia che presenta dei profili molecolari diversi e non è sempre perciò facile trovare percorsi di cura appropriati. E’ anche una forma di cancro che tende a ripresentarsi dopo essere già stata trattata con successo. La ricerca medico-scientifica deve trovare nuovi strumenti diagnostici-terapeutici per un tumore molto infido”.
“Il burnout è un grave e sottovalutato fenomeno che interessa un numero crescente di professionisti sanitari – conclude Saverio Cinieri -. Tra i più esposti, ai suoi gravi pericoli, vi sono i giovani oncologi medici. Sono colleghi che vivono situazioni di grande disagio anche a causa della loro minore esperienza. A complicare la situazione vi sono poi le molte problematiche che affliggono l’intera sanità italiana come i grandi carichi di lavoro o l’eccessiva burocrazia. Tutto ciò può compromettere il dialogo e la fiducia tra medici e pazienti che invece devono essere alla base di una buona assistenza socio-sanitaria. Per sconfiggere il cancro è importante anche contrastare tra gli oncologi lo scarso entusiasmo per l’attività lavorativa, lo scetticismo o la sfiducia verso le proprie competenze. E’ questo l’obiettivo che ci siamo posti con il nostro progetto e proseguiremo con attività simili anche in altre neoplasie”.
 
 



