Nuove strade contro le allergie: una biotecnologia per nascondere gli allergeni

Uno studio, condotto dall’Istituto di biofisica e dall’Istituto per la ricerca e l’innovazione biomedica del Cnr, propone una tecnologia per “mimetizzare” un allergene della Parietaria all’interno dei nanoalgosomi, particelle presenti nelle microalghe marine. Questo metodo, descritto sulla rivista ACS Omega, apre a una diversa prospettiva di trattamento immunoterapico delle allergie: la possibilità di introdurre gli allergeni nell’organismo senza effetti collaterali.
Un gruppo di ricerca del Consiglio nazionale delle ricerche di Palermo, composto da studiosi dell’Istituto di biofisica (Cnr-Ibf) e dell’Istituto per la ricerca e l’innovazione biomedica (Cnr-Irib), ha sviluppato una metodologia innovativa che potrebbe fornire un’alternativa immunoterapica nella cura delle allergie.
Lo studio, pubblicato sulla rivista ACS Omega, descrive una metodologia che permette di sfruttare le nanoparticelle estratte da microalghe come vettore di trasporto cellulare per un allergene della Parietaria judaica, una pianta molto diffusa anche in Europa, che ha un’incidenza importante nelle allergie ai pollini.
La ricerca in vitro ha consentito di mimetizzare l’allergene all’interno delle vescicole extracellulari, allo scopo di fornire un’alternativa immunoterapica nella cura delle allergie. Queste vescicole, anche dette nanoalgosomi, sono particelle derivate da cellule conosciute anche per la loro capacità di veicolare materiali biologici.
“I nanoalgosomi, non tossici per il nostro organismo, provengono da ceppi di microalghe prelevate in ambiente marino, che sono poi state mantenute in coltura nel laboratorio, in un ambiente protetto. Per la biotecnologia di caricamento dell’allergene abbiamo utilizzato la tecnica dell’estrusione, un metodo attraverso il quale vengono generate deformazioni meccaniche che non compromettono l’integrità delle vescicole”, spiega Mauro Manno, ricercatore del Cnr-Ibf e coordinatore dello studio, al quale hanno partecipato anche Antonella Bongiovanni e Paolo Colombo, responsabili dei laboratori del Cnr-Irib coinvolti nella ricerca.
Questo settore dell’immunoterapia, che prevede la somministrazione di un vaccino antiallergico, impone alti standard di sicurezza, poiché i pazienti allergici al principio attivo utilizzato possono manifestare reazioni dovute alla presenza di anticorpi.
“Siamo riusciti a nascondere l’allergene all’interno delle vescicole, rendendolo di fatto invisibile fino al momento del rilascio, per un trasporto controllato e senza effetti collaterali: l’invisibilità è la condizione necessaria per scongiurare la reazione allergica e consentire agli allergeni di andare a stimolare la tolleranza immunitaria nell’organismo. Quest’ultimo aspetto sarà oggetto di una fase successiva del nostro studio”, conclude Manno.
La prospettiva di mimetizzare un allergene in ambito clinico, oltre a fornire l’opportunità di migliorare la sicurezza delle formulazioni terapeutiche in immunoterapia, potrà vedere uno sviluppo applicativo anche in altri settori come quello nutraceutico o cosmetico.



