Mostra permanente Grazia Deledda Biblioteca Nazionale Centrale Roma, info e opere
A 90 anni dal riconoscimento del Premio Nobel e a 80 dalla morte, la Biblioteca Nazionale Centrale di Roma ricorda Grazia Deledda con una mostra permanente.
Grazia Deledda (Nuoro, 27 Settembre 1871 – Roma, 15 Agosto 1936) si trasferisce a Roma nel 1900 ed è proprio il periodo nella Capitale il grande protagonista della mostra; è di quel periodo, infatti la pubblicazione di “Elias Portolu” del 1903, di dieci anni più tardi “Canne al Vento” e del 1920 “La madre”.
La scrittrice si addentra nel mondo culturale romano degli inizi del novecento, conosce Angelo de Gubernatis, Giovanni Cena e l’ambiente della rivista “Nuova antologia”, sulla quale sono usciti a puntate molti dei suoi romanzi.
Insieme a Carducci è l’unica italiana insignita del premio Nobel: “per la sua potenza di scrittrice, sostenuta da un alto ideale, che ritrae in forme plastiche la vita quale è nella sua appartata isola natale, e che con profondità e calore tratta problemi di generale interesse umano”.
La mostra è composta da oggetti unici appartenuti alla scrittrice: libri, fotografie, dattiloscritti e altri elementi che ben rappresentano la vita di Deledda nella Capitale.
L’esposizione ha goduto del supporto e delle donazioni molto significative da parte degli eredi di Morelli. Vale la pena ricordare che tra loro figurano i discendenti dell’amata nipote della scrittrice scomparsa prematuramente a 50 anni, Mirella, che alla morte della zia scoprì di essere erede, così come i figli di sangue, dei beni di Grazia.
L’esposizione si inserisce a pieno titolo nel più ampio progetto di valorizzazione delle collezioni novecentesche della BNCR Spazi900, primo museo italiano della letteratura italiana contemporanea dove sono esposti i documenti originali di alcuni tra i più significativi scrittori del secolo scorso.
Biblioteca Nazionale Centrale di Roma
Viale Castro Pretorio 105 00185 Roma
mostra permanente
Telefono: 06 4989352/344
Orari: 08.30/19.00
E-mail: bnc-rm@beniculturali.it
[Foto: Patafisik]
Valerio Cucci