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Lavoro domestico, Assindatcolf: firmato rinnovo del Ccnl, obiettivo qualificare il comparto

“Ieri, tramite Fidaldo, abbiamo sottoscritto il rinnovo del Ccnl del settore domestico. Una firma che arriva dopo oltre 2 anni di trattative, un tempo servito per ponderare le richieste dei sindacati e arrivare a un accordo che avesse un impatto economico sulle famiglie il più possibile contenuto – prevedendo aumenti dilazionati su 3 anni – e tutelando al contempo i diritti dei lavoratori”. È quanto dichiara Andrea Zini, presidente di Assindatcolf, Associazione nazionale dei Datori di lavoro domestico e presidente della Federazione Fidaldo.

“Con questa firma – aggiunge Alessandro Lupi, vicepresidente di Assindatcolf – si conferma il ruolo centrale e proattivo della contrattazione collettiva, capace di anticipare la normativa e colmare vuoti che in passato non assicuravano pienamente alcuni diritti fondamentali ai lavoratori. In quest’ottica abbiamo scelto di rafforzare le tutele nei momenti più delicati della loro vita, come l’assistenza a familiari disabili o la maternità e paternità, implementando durante i periodi della genitorialità un’estensione del divieto di licenziamento, cosa non scontata nel nostro settore – e prevedendo 4 mesi di maternità facoltativa. E ancora, è stato previsto anche un utilizzo dei permessi retribuiti per la malattia grave”.

“Insieme all’accordo – spiega Zini – è stata sottoscritta anche una dichiarazione congiunta delle parti sociali, datoriali e sindacali, che mira a potenziare il sistema della bilateralità, per cui esprimiamo soddisfazione e su cui contiamo davvero. Un progetto sul quale lavoreremo per raggiungere un intento collegiale che permetta in futuro di trasferire sugli Enti bilaterali alcuni costi – socializzandoli – legati alla retribuzione. Un modo per non gravare unicamente sui singoli datori, che già oggi non riescono a farsene carico, e per garantire maggiore equità verso i lavoratori, rendendo esigibili diritti che ora non lo sono. Riteniamo che questo approccio – conclude – possa favorire la crescita del settore, che oggi conta 817mila addetti regolari e favorisca l’emersione del lavoro nero, che registra un tasso di irregolarità in crescita, che ha superato il 55%. Per uscire dalla marginalità occorre migliorare la qualità delle prestazioni e rendere il lavoro domestico un ambito sempre più attrattivo, più qualificato e più riconosciuto”.

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