La panchina tricolore avvolta di stoffa rossa

“Potevano chiedercelo“. Questo il primo commento di Silvano Olmi, presidente nazionale del Comitato 10 Febbraio, per quanto avvenuto ieri mattina, presso la panchina tricolore ubicata in via Indipendenza a Lecce e dedicata alla memoria di Norma Cossetto, giovane studentessa italiana infoibata nel 1943 dai partigiani comunisti jugoslavi.
Alcune associazioni hanno deciso arbitrariamente di avvolgere la panchina con un telo rosso e di collocare alcune scarpette rosse. Potevano chiedere la nostra collaborazione – sostiene Olmi – per ricordare assieme una donna che nel 1943 subì violenze inenarrabili da parte dei comunisti slavi e venne gettata ancora viva in una foiba. Invece hanno preferito questo gesto che toglie credibilità anche alle loro ragioni.
“Norma, oltre a essere stata assassinata, fu vittima di violenza e stupro – prosegue Olmi – il suo martirio rappresenta uno degli episodi più atroci della tragedia delle foibe e dell’esodo giuliano-dalmata.
Pur riconoscendo l’importanza della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne – una ricorrenza che il Comitato 10 Febbraio sostiene con convinzione – riteniamo che questa sovrapposizione abbia prodotto una confusione inaccettabile, finendo per oscurare proprio la storia di una giovane donna brutalmente violata e uccisa.
La panchina tricolore dedicata a Norma Cossetto nasce per ricordare una vittima precisa, un fatto storico preciso e un dolore nazionale preciso. Ogni forzatura simbolica che ne stravolge il senso costituisce una mancanza di rispetto verso la sua memoria e verso tutte le vittime delle foibe.
La lotta contro la violenza sulle donne è un impegno che condividiamo – conclude Olmi – proprio per questo riteniamo essenziale che ogni memoria resti integra, senza essere strumentalizzata o ridotta a pretesto per iniziative che nulla hanno a che vedere con il luogo e con la tragedia che esso rappresenta.”
Comitato 10 Febbraio




