I predatori marini si stanno spingendo sempre più verso l’Artico
Stando a quanto afferma una recente ricerca, nel corso degli ultimi 10 anni i predatori marini si sono spinti con sempre maggiore intensità verso le acque artiche, spinti dai cambiamenti climatici e dall’aumento della produttività ad essi associato.
Di fatti, i mari che circondano l’Artico sono considerati molto importanti dal punto di vista della pesca e dell’ambiente, e sono anche – purtroppo – tra le aree al mondo più colpite dai cambiamenti climatici. Tuttavia, gli effetti del riscaldamento delle acque e del distacco del ghiaccio marino sulla biodiversità di queste acque, e quindi sul loro patrimonio faunistico, non sono ancora del tutto noti.
Ebbene, un team di ricercatori dell’Università di Hokkaido ha esaminato i cambiamenti regionali nella ricchezza di specie artica, nella composizione e nelle potenziali associazioni di specie. I risultati sono chiari: mostrano che i cambiamenti nella biodiversità sono stati influenzati da una pervasiva espansione dell’areale delle specie dei predatori verso il polo.
Predatori sempre più attivi nell’Artico, cosa significa?
Il risultato più importante è stato che la ricchezza della specie – intendendo come tale il numero di specie diverse rappresentate nelle regioni di studio – è aumentata nel corso del periodo di studio, a causa della migrazione verso nord di predatori apicali come balene, squali e uccelli marini. I mesopredatori, come i pesci e i granchi, hanno invece mostrato un grado relativamente limitato di migrazione verso nord, contenuto ai mari continentali poco profondi della piattaforma del Pacifico e dell’Atlantico. Sebbene l’estensione spaziale sia molto vario, questa espansione verso nord è stata uniformemente impattata da cambiamenti climatici, di produttività o da entrambi.
A loro volta, questi cambiamenti della biodiversità non sono stati certamente privi di effetti: hanno infatti condotto ad alterazioni nelle potenziali associazioni di specie dovute alla sovrapposizione di habitat tra animali di diverse comunità marine durante periodi senza precedenti di variazioni della temperatura e del ghiaccio marino.
Ma perché questo studio è così utile? Secondo i ricercatori, i risultati conseguiti hanno rivelato che i cambiamenti climatici e la ricchezza di specie nell’Artico variano in diverse aree marine di grandi dimensioni e mettono in evidenza la presenza di aree emergenti in cui notevoli sono i cambiamenti delle specie. Si tratta pertanto di una valenza informativa non certo marginale per rafforzare gli sforzi di conservazione e di gestione delle risorse locali, nell’ambito dell’espansione dei cambiamenti climatici nell’Artico e delle variazioni delle composizioni delle specie marine.