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La cura Sarri porta frutti alla Lazio, Mourinho ha ragione a lamentarsi?

La Lazio di Maurizio Sarri è la seconda forza della Serie A. Lo dice la classifica del campionato 2022-2023, che ha consentito ai biancocelesti di chiudere a 74 punti e con la possibilità il prossimo anno di disputare la nuova Supercoppa Italiana, adeguata al format spagnolo con le Final Four. Sebbene i capitolini non siano mai stati in competizione per lo scudetto (il Napoli ha chiuso addirittura a 16 punti di vantaggio), si tratta di un grande risultato per la società di Claudio Lotito, che il prossimo anno tornerà a calcare i palcoscenici della Champions League.

In Coppa Italia e in Europa il cammino non è stato all’altezza, ma se si eccettua la stagione al Chelsea, il doppio impegno settimanale è sempre stato uno dei punti deboli di Sarri. All’allenatore della Lazio, però, va dato atto di aver rispettato alla perfezione i tempi scanditi da lui stesso durante la conferenza stampa di presentazione alla vigilia della sua prima stagione biancoceleste: per vedere i frutti del suo lavoro si sarebbe dovuto attendere almeno il secondo anno ed effettivamente così è stato. Seppur priva a lungo di Ciro Immobile, principale uomo gol della squadra, la formazione capitolina ha trovato continuità di rendimento e risultati, dimostrando di sapere essere allo stesso tempo incudine e martello.

Ci sono state partite in cui la Lazio ha letteralmente dominato, altre in cui ha vinto di corto muso, subendo anche tanto e giocando di rimessa, come ad esempio al Maradona contro il Napoli. Fa parte del normale processo di crescita di un gruppo diventato solido e che ha ridato anche certezze ad elementi che sono sbarcati a Roma con qualche titubanza della piazza, da Romagnoli a Vecino, senza dimenticare il rinato Felipe Anderson.

Roma: i mal di pancia di Mourinho sono giustificati?

Discorso diverso va fatto per la Roma di José Mourinho. I numeri dicono che i giallorossi in campionato hanno gli stessi punti della passata stagione e occupano la stessa posizione, la sesta, ma stavolta solo per via della penalizzazione della Juventus, altrimenti i capitolini sarebbero finiti dietro ai bianconeri. Il prossimo anno, dunque, la “Lupa” giocherà ancora l’Europa League solo per una decisione di “segreteria” come direbbe lo Special One e questo nonostante il monte ingaggi sia ulteriormente salito. Resta dunque un maggior rimpianto la finale di Europa League persa contro il Siviglia, che avrebbe consentito di bissare il successo della Conference League dell’anno precedente e in più avrebbe garantito l’accesso alla Champions League.

La coppa regina avrebbe dato alla Roma palcoscenici più elevati, introiti maggiori e di conseguenza percentuali più elevate di arrivare a giocatori di un certo rango. Senza, visti i conti del club che non è che propriamente sorridano, il futuro rimane più incerto. Da qui le titubanze di Mourinho, che ha più volte lasciato intendere pubblicamente di attendersi rinforzi. Il portoghese, però, siamo sicuri che con quello che gli è stato messo a disposizione in questo biennio abbia fatto il massimo? Ai posteri l’ardua sentenza…

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