Cronaca

Morte Stefano Cucchi Roma, tre carabinieri accusati di omicidio preterintenzionale

stefano_cucchi Omicidio preterintenzoniale: questa l’accusa contestata, dalla procura di Roma, a tre carabinieri che arrestarono Stefano Cucchi, il geometra morto il 22 ottobre 2009. Si è chiusa così l’inchiesta bis sul decesso del giovane.
ABUSO DI AUTORITA’ – Secondo quanto riferito, ai militari è stata contestata anche l’accusa di abuso di autorità. Per la procura, ci sarebbe l’aggravante “di aver commesso il fatto per futili motivi, riconducibili alla resistenza di Cucchi al momento del foto-segnalamento”.
SCHIAFFI, PUGNI, CALCI – Secondo il procuratore della Repubblica, Giuseppe Pignatone ed il sostituto Giovanni Musarò, Cucchi dopo l’arresto sarebbe stato colpito con calci, pugni e schiaffi. Per l’accusa, le percosse avrebbero causato “una rovinosa caduta con impatto al suolo in regione sacrale” che “unitamente alla condotta omissiva dei sanitari che avevano in cura Cucchi presso la struttura protetta dell’ospedale Sandro Pertini, ne determinavano la morte”.
IL COMMENTO DELLA SORELLA – Ilaria Cucchi, sorella della vittima, su Facebook ha così commentato: “Io non accuso l’Arma dei Carabinieri. Io nutro profondo rispetto per questa Istituzione. Ora, Generale Del Sette, io voglio qui manifestarle il mio più grande rispetto nei confronti di ciò che Lei rappresenta. Ora mi aspetto che l’Arma isoli questi individui che tentano di nascondersi dietro una divisa che merita ben più rispetto. Ora mi aspetto di avere l’Arma costituita parte civile affianco alla mia famiglia contro coloro che hanno cosi mancato di rispetto all’Istituzione che Lei, Generale, rappresenta e, soprattuto, a noi cittadini. Vi aspetto affianco a noi come è giusto che sia”.

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