Vladimir Polikarpenko torna nel suo regno: il sei volte vincitore di Bardolino al via della 39a edizione (15 giugno)
Dici Triathlon di Bardolino e pensi ai nomi degli atleti e delle atlete che lo hanno reso grande. E tra tanti nomi pesanti che hanno calcato la prestigiosa zona cambio di Villa Carrara Bottagisio quello di Vladimir Polikarpenko è quello che risuona più forte.
Ucraino di nascita, ma italiano di adozione, vanta tre partecipazioni ai Giochi Olimpici (più una come riserva) e addirittura sei vittorie a Bardolino (il più vincente in 39 edizioni), la sua seconda casa sportiva in cui è pronto a tornare.
Si, perché proprio la 39^ edizione del Triathlon Internazionale di Bardolino vedrà il ritorno in zona cambio del campionissimo che ha dominato questo sport negli anni 2000 accanto a suo figlio Sergiy, già campione italiano di triathlon sprint.
Vladimir, sarà duello in famiglia Polikarpenko?
“Non c’è gara! Scherzi a parte, sarà un vero piacere tornare a gareggiare a Bardolino assieme a mio figlio Sergiy, ma ho un piano ancora più grande: portare anche Kiril il prossimo anno, in occasione della 40^ edizione”.
Che effetto le fa pensare di mettere la bici in zona cambio accanto a suo figlio?
“Non sarò di certo il suo rivale, anzi, sono felice di vedere che il mio compito di buon genitore è stato realizzato: sono riuscito a condividere con i miei figli questa passione stupenda, straordinaria, trasmettendo valori netti e importanti come cercare di fare del bene alla nostra società e al nostro pianeta. E se arrivasse anche la vittoria, sarei doppiamente felice: mi piacerebbe molto vedere scritto di nuovo il cognome Polikarpenko sull’Albo d’Oro”.
Ha qualche ambizione personale per la gara?
“Vada come vada: parto soltanto per divertirmi, per sentire di nuovo la meravigliosa atmosfera di questo evento, di questa cittadina. E poi mi fa piacere fare questo tipo di fatica: mi sto allenando, senza lo sport non riesco a stare, mi aiuta tantissimo a superare lo stress. Inoltre, così posso dare l’esempio ai nostri giovani: lo sport non è importante soltanto per il successo, serve anche per la vita di tutti i giorni, per mantenersi in salute, con la mente lucida, aiuta ad affrontare e superare le difficoltà e momenti di crisi”.
Com’è cambiato il triathlon negli ultimi anni?
“Quando io vincevo a Bardolino, per arrivare ad alti livelli serviva molta gradualità e tantissima esperienza. Ora i ragazzi giovani sono già pronti a performare, spingono al limite e sono già evoluti dal punto di vista agonistico. Le gare sono sempre più veloci ed esplosive, ma è giusto così: anche questa è evoluzione dello sport”.
Che cosa ricorda in maniera più nitida del triathlon di Bardolino?
“Tutti i grandi atleti passavano da qui, era una gara mitica e ora è un pezzo di storia importante del triathlon italiano e internazionale. Le sfide erano sempre accese, era un bel banco di prova per chi ambiva a grandi traguardi internazionali, era una tappa fissa. Adesso il calendario è molto più fitto ed è difficile incastrare tutti gli impegni”.
Infine, che cos’è il Triathlon di Bardolino per lei?
“Una gara a cui sono davvero affezionato, una pagina importante del nostro sport: è la Milano-Sanremo del triathlon”.