Positiva valutazione su apertura al mercato, sui sistemi di contenimento dei ribassi di cui bisogna verificare gli effetti e sul BIM a 2 milioni di lavori
Valutazione negativa sull’assenza dell’anticipazione per i progettisti, sulla soglia fiduciaria confermata a 140000 euro e sull’appalto integrato non modificato
Urgente intervenire per adeguare i parametri dell’allegato I.13 e per chiarire l’applicazione della revisione prezzi ai progettisti
Roma, 22 ottobre 2024 – Sono queste le prime valutazioni espresse a caldo dall’Associazione delle società di ingegneria e architettura, aderente a Confindustria, sul corposo articolato dello schema di decreto legislativo approvato ieri sera dal Consiglio dei Ministri che rivede in molti punti il D.Lgs 36/2023.
Giorgio Lupoi, Presidente dell’Associazione, così commenta le norme approvate ieri in via preliminare: “innanzitutto abbiamo molto apprezzato il metodo seguito questa volta dal Ministero che ci ha coinvolti e ha svolto un grande lavoro di analisi delle proposte pervenute da quasi 100 stakeholder. Nel merito, riservandoci di approfondire in questi giorni lo schema, è per noi motivo di grande soddisfazione che sia stata accolta la nostra proposta di portare l’arco temporale delle referenze utili a partecipare alle gare da tre a dieci anni: da luglio 2023 abbiamo pubblicato un nostro disciplinare-tipo con questa scelta, seguita peraltro dal 60% delle stazioni appaltanti“.
Sul diviso e controverso tema dell’equo compenso per Lupoi, “intanto è positivo che sia stata fatta chiarezza su come applicare i principi della legge 49 nel campo dei contratti pubblici. Avevamo espresso qualche dubbio sulla compatibilità e il Ministero ce ne ha dato conferma, seppur nella necessità di trovare una soluzione di compromesso che tende ad assicurare qualità del progetto, grazie alla reintroduzione del limite del 30% al peso del prezzo e all’applicazione di formule esponenziali per i ribassi, entrambe nostre proposte della prima ora. Sono invece tutti da verificare gli effetti della soluzione di compromesso, individuata con grande pazienza dal Ministero, per gli affidamenti al di sopra della soglia fiduciaria dei 140.000 euro; noi eravamo a favore di un sistema più chiaro, più semplice, sempre a garanzia della qualità. Rimane però il tema dell’adeguamento dell’allegato I.13, l’ex decreto parametri: è urgente e non più rinviabile”.
Venendo alle note dolenti per Giorgio Lupoi “occorre intervenire sul testo su alcuni aspetti che non sono stati considerati a partire dalla previsione dell’anticipazione contrattuale inspiegabilmente ancora negata ai progettisti, così come sulle soglie per gli affidamenti fiduciari che legittimano la quasi scomparsa degli affidamenti sopra soglia UE. Va infine chiarito che per la revisione prezzi la progettazione non è in alcun modo un servizio ad esecuzione istantanea perché l’affidatario è coinvolto non solo per la redazione del progetto ma, per mesi, in tutto l’iter di adeguamento alle prescrizioni delle Amministrazioni e, spesso, anche dopo”.
Ci sono infine altri punti sui quali l’OICE esprime una prima valutazione positiva: “sugli accordi quadro abbiamo notato una positiva attenzione all’equilibrio del contratto, a tutela dell’operatore economico che potrà svincolarsi dal contratto; bene anche la modifica sull’obbligo di BIM portato a 2 milioni, così come la delega al Consiglio Superiore per rivede i contenuti del PFTE negli appalti integrati; è stata accolta poi la nostra proposta di reintroduzione negli allegati della copertura assicurativa per errori o omissioni del progetto. Accogliamo con favore infine l’introduzione degli accordi collaborativi fra stazione appaltante e operatori economici. Per parte nostra continueremo a presentare soluzioni migliorative, sempre con spirito collaborativo, come ad esempio la previsione del sistema SOA anche per la progettazione e la direzione lavori.”